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martes, 16 de enero de 2024

HOTEL D'ANGLETERRE di Carmine Mari - RECENSIONE

Riuscire a scrivere un libro di 400 pagine e che non diventi noioso leggerlo mi sembra qualcosa di affascinante. Se poi questo libro è anche scritto in prima persona e riesce a trattenere la mia attenzione leggendo per ore, allora… Complimenti allo scrittore! 
Questo mi è successo poche volte, ma una di queste è stata con Hotel d’Angleterre di Carmine Mari, un romanzo storico ambientato a Salerno. Ma non solo, romanzo con spie, con storie romantiche, che si svolge in un spazio ridotto (l’hotel d’Angleterre) e pochi personaggi. Un po’ allo stile di Agatha Christie, per la struttura del romanzo e il posto dove si muovono, ma con una maniera de scrivere fresca che usa i modi di dire di forma divertenti. Espressioni utilizzati da Carmine Mari come fare la fila per giocarsi i numeri, chi pecora si mostra, il lupo se la mangia e andare a farsi benedire sono state inserite dall’autore in bocca del giovane protagonista Edoardo Scannapiero e fanno strappare un sorriso. 
Il protagonista che racconta la storia, Edoà, è un uomo giovane che bada dalla sua mamma e vuole diventare giornalista. Si innamora cotto di una giovane donna, suffragetta, figlia di un ricco uomo di Salerno. Italia è sul punto di entrare in una guerra e dei documenti molti importanti sono spariti dall’ufficio di un militare. In maniera casuale, Edoardo si vede coinvolto in mezzo a una trama dove nessuno è quello che sembra. Forse neanche la famiglia con i bambini che non lasciano di fare baccano? Forse sì o forse no, chissà. Pochi personaggi ma abilmente descritti da Carmine Mari. 
Per quanto riguarda l’ambientazione ci mostra la Salerno nascosta, quella dei poveracci, della malavita, della miseria ma anche quella che desidera il cambiamento a una Salerno più giusta. Non è che io conosca Salerno, nella Campania, ma lo scrittore è riuscito a farmela vedere con l’immaginazione. 
Si dipingi con il pennello ma anche con le parole e Carmine Mari è un eccellente pittore di ambientazioni, personaggi, sentimenti. Mi sono trattenuta forse troppo tempo a leggere il libro, non perché non mi piacesse quello che stava leggendo, anzi, perché se leggevo ogni giorno poche pagine il finale del libro lo vedevo lontano, ed era consapevole che quando arrivasse alla fine, all’ultima pagina, mi sarei rattristata per averlo finito. Como effettivamente è successo.

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