Il compleanno della nonna
Nino e la sua famiglia arrivano a casa domenica
sera. Sono molto stanchi. Il fine settimana con i loro parenti è stato
veramente una pazzìa. Donatella, sua moglie, ha portato Sofia, sua figlia, in
camera da letto mentre Nino riposa un po’ sul divano.
-–Caro!
–ha detto Donatella mentre si stende con lui sul divano.
–Sei
stanca? –chiede suo marito mentre le accarezza i suoi capelli neri.
–Molto
stanca –risponde Donatella prima di dormire.
Mentre
osserva sua moglie Nino ricorda i due giorni che sono stati con le rispettive
famiglie.
Venerdì
Nino è
avvocato dello stato, lavora in un ufficio insieme a due colleghi. Sua moglie,
Donatella, è commessa in una libreria che questo mese di luglio è chiusa per
vacanza. Sofia, sua figlia, ha finito le lezioni. Quindi, tutta la famiglia è
in vacanza.
Oggi
loro si sono svegliati molto presto. Questo sabato è il compleanno della nonna
di Nino, Alessandra, che farà cent’anni. Donatella ha preparato le valigie
giovedì sera e mentre lei fa la colazione per la famiglia Nino esce di casa per
metterle nel bagagliaio. Quando ritorna a casa la tavola è già apparecchiata:
caffè latte, toast, marmellata di fragole, spremuta d’arancia, succo di pesche
e burro.
Dopo la
colazione Nino aiuta sua moglie a lavare i piatti ed i bicchieri. Tutti escono
subito di casa. Sono le sei del mattino, Venezia è vuota. Nino è abituato a
svegliarsi prima delle cinque del mattino, anche se lui vive a Venezia, lavora
a Torino dal lunedì al venerdì. Tutti i giorni va da Venezia a Torino, e da
Torino a Venezia. E così tutte le settimane di ogni anno da dieci anni. Sempre
lo stesso tragitto.
Dopo un
viaggio molto lungo arrivano a un paesino vicino al lago d’Iseo. Ancora devono
arrivare a casa della nonna, nei dintorni del lago. Sono le diciotto e di
fronte alla casa ci sono quattro automobili. Con loro non manca più nessuno.
La casa
della nonna è molto grande, è a tre piani e con una grande terrazza al terzo
piano. È un dono del capo di Alessandra, un uomo molto ricco il quale lei ha assistito
per molti anni, visto che la nonna da giovane faceva l’infermiera. Qui vive con
suo marito, Gino Pavese, giardiniere nella casa di don Giuseppe, il capo della
nonna, e Anna, la sorella di Nino, che lavora come veterinaria del paese
soltanto il pomeriggio, dalle quindici alle venti o ventuno. La mattina,
pulisce la casa, fa la colazione e il pranzo con l’aiuto di una donna di
servizio, Valentina, che vive nel paese e arriva a casa di Alessandra dal
lunedì al venerdì presto ed esce dopo aver pranzato con la famiglia.
Nino ha
parcheggiato l’automobile accanto a una macchina targata Firenze, proprietà
delle sorelle di Donatella, Francesca e Licia Fibonacci, che sono falegnami e
gemelle. Le altre automobili sono targate Bologna, Torino e Napoli. L’auto torinese
è dei genitori di Nino, Pietro Pavese e sua moglie Carla. I genitori di Nino
sono una coppia molto strana: la mamma lavora come professoressa di Etica
all’Università di Torino, e il padre, già pensionato, da giovane è stato borseggiatore
fino ai cinquantacinque anni, adesso ha una ditta di sicurezza. È stato il miglior
borseggiatore di Torino e non è stato mai in carcere. L’auto napoletana è del fratello di
Nino, Paolo, sposato con Chiara. Lui lavora come giardiniere e sua moglie è
vigile urbano. Hanno tre figli: Carla, Alessandra e Paolo. L’auto bolognese è
sconosciuta.
Nino è
uscito dall’automobile, ha aperto il bagagliaio e ha preso le valigie. Nel
frattempo tre bambini, due ragazze e un ragazzo, sono usciti dalla casa. Son i
nipoti di Nino, i figli di suo fratello Paolo: Carla, Alessandra e Paolo. Carla
ha nove anni, indossa un paio de jeans, una maglia azzurra, una giacca bianca e
dei sandali di pelle; Alessandra ha sette anni, veste una gonna corta rossa a
righe bianche, una maglietta a girocolo gialla e le scarpe da ginnastica rosse;
Paolo ha undici anni, gli stessi di Carla, indossa un paio di jeans, una
camicia bianca e un paio di scarpe di pelle nere.
–Zio
Nino! Zio Nino! –gridano i tre bambini andando a rotta di collo verso Nino.
–Nipotini!
–dice Nino lasciando le valigie per terra.
–Ciao,
Sofia; ciao, zia Donatella! –gridano Carla, Alessandra e Paolo mentre si
baciano.
–Nino,
Donatella, benvenuti! –grida una coppia dalla porta della casa.
Nino e
Donatella osservano Chiara e Paolo, i genitori dei loro nipotini. Chiara, sua
cognata, in tenuta elegante e delle scarpe con i tacchi alti, con i capelli
biondi molto lunghi, ha trentacinque anni, suo marito, Paolo, è più giovane di
Nino, ha la stessa età di Chiara. Lui veste dei pantaloni neri di cotone neri,
una camicia grigia e i sandali di pelle dello stesso colore. Chiara lavora come
vigile urbano e Paolo come giardiniere. Vengono da Napoli.
Nino e
Donatella portano le valigie fino alla porta mentre Sofia e i suoi cugini
chiacchierano. Appena sono arrivati sono usciti di casa Anna, la sorella di
Nino; Pietro e Carla, i loro genitori, Francesca e Licia, le sorelle gemele di
Donatella, vicino a loro ecco due uomini, anche loro gemelli; Pierpaolo, il
fratello di Donatella, e i loro genitori, Andrea e Sofia Pavese.
Sembra
una foto di famiglia. Ma, quando, alla fine, Nino ha lasciato le valigie per
terra, prima dell’inizio delle scale, la foto è scombinata da una moltitudine
di baci e abbracci ai nuovi arrivati. Tutti sono contenti di vederli e
sentirli.
All’improvviso,
una voce di anziano, però forte e autoritaria, risuona dietro di essi. Allo
stesso modo che il mar Rosso, tutti hanno aperto un cammino per permettere alla
nonna di scendere di casa a baciare il suo nipotino più grande.
Mentre
Alessandra e Gino scendono pian pianino, ( lei ha novantanove anni e lui
centuno), Nino li osserva: la nonna indossa una gonna lunga nera e una camicia
bianca a righe nere, i suoi capelli, bianchi come la neve, sono pettinati con
una crocchia, nella sua mano destra, un bastone; vicino a lei, suo marito,
Gino. È più alto di lei, in tenuta elegante ma sportiva sembra un uomo di
vecchio stampo.
–Nino,
caro mio! –dice la nonna baciandolo fortemente e macchiando le sue guance di rossetto.
–Nonna!
Come va? Va bene? –risponde Nino guardandola.
–Non
c’è male. Adesso sono una vecchia che aspetta la morte da un momento all’altro.
Ma, che cosa dici?, gridono
tutti protestando e circondando Alessandra.
–Lei ci
seppellirà tutti –dice Donatella abbracciandola.
–No, no!
–protesta Alessandra sorridente. –Cent’anni sono molti anni; ho un piede nella
fossa.
–Ma va
là, mamma! –dice Carla alzando le mani verso il cielo.
Le
parole di sua nuora fanno ridere Alessandra.
D’un
tratto sentono una voce rauca dietro di loro che chiama a cenare. È Valentina,
la donna di servizo, che oggi è rimasta a casa per aiutare Anna a cucinare.
Sono venti persone e Anna da sola non può fare da mangiare per tanta gente.
Tutti si girano e salgono le scale, dietro
la nonna e suo marito. Sembrano il re e la regina di un piccolo paese, con i
loro cortigiani andando dietro a loro, a coppie.
–Andiamo,
andiamo! –grida la donna di servizo. –Non ho lavorato invano, la cena è pronta
–dice entrando nella cucina.
Nino
pensa che l’ingresso è molto bello, lì ci sono delle cose molto antiche: a
destra un attaccapanni di legno nero, forse d’ebano; anche una cassa con dentro
un ammasso di pantofole, di diverse dimensioni, vicino alla cassa un’altra
cassa, o meglio una cassetta, senza niente. Tutti, dalla nonna al bambino più
piccolo, si tolgono le scarpe e s’infilano le pantofole. Alla nonna non piace
che si vada per casa con le scarpe.
Alla
sinistra della porta c’è un armadio, dello stesso legno nero dell’attaccapanni,
con molti disegni strani sulle sue ante; accanto all’armadio un’altra porta. Lì
c’è la sala da pranzo dove c’è una grande tavola rettangolare per venti
commensali. Ad Alessandra piace molto guardare la TV mentre mangia, quindi ci sono due televisori:
nell’angolo sinistro, fra due finestre, e un altro all’angolo destro, all’accesso
della sala. Insomma, tutti possono guardare la TV.
La
famiglia è ancora nell’ingresso e sta parlando e parlando. La donna di servizo,
è uscita dalla cucina, una stanza molto grande alla destra del portone, con un
piatto piano da portata con diversi affettati: pollo ripieno, prosciutto,
mortadella, salame, ...
–Venite!
Venite! –dice la donna. –Venite a mangiare! Anna! Anna! –grida Valentina
cercando la sorella di Nino.
–Eccomi!
–dice Anna camminando verso di lei.
–Non ce
la faccio!
–Vengo
da te! Venite, tutti in sala da pranzo!
La cena
è stata molto buona, con piatti di pasta, pizze frutti di mare e miciona.
Alessandra è una donna all’antica, quindi le donne sono andate in cucina mentre
gli uomini sono rimasti nel soggiorno.
Gino,
nella sua poltrona preferita, accanto alla finestra da dove può vedere il
giardino, comincia a parlare.
–Bella
macchina! Una Audi!
–Grazie.
–risponde Andrea Fibonacci, il padre di Donatella, che è sul divano fra Pietro
e Nino.
–È da molto
tempo che non ci vediamo. Il ristorante, bene? –chiede il nonno.
–Molto
bene. –risponde Andrea. –Ma, io non cucino più, ne sono il proprietario.
–Complimenti!
Paolo, qualche bicchiere e la bottiglia di Amaretto.
Il
fratello di Nino si alza dalla poltrona che è vicino alla porta del corridoio,
e va fino a un armadio accanto alla finestra, apre le ante e prende otto
bicchieri e la bottiglia di Amaretto, li porta in tavola che è di fronte al
divano; e poi, versa dell’Amareto a tutti.
Nel
frattempo, nella cucina, le donne della famiglia, insieme ai bambini, si sono
sedute intorno alla enorme tavola che c’è lì; tutte meno la nonna che è di
fronte a una vecchia cucina a legna aspettando che l’acqua finisca di bollire.
Lei fa il caffè come cinquant’anni fa. Anna affetta una crostata alla Nutella e
alle noci su un piccolo tagliere alla destra della nonna. Alla sua sinistra
Valentina ordina i bicchieri che Carla prende dall’armadio vicino alla porta
della dispensa, una stanza molto grande dove Alessandra ha un sacco di cibi.
Carla osserva se lì ci sono tutte le cose di cui hanno bisogno il giorno dopo
per festeggiare il compleanno della nonna: le uova, il burro, la farina, l’olio,
l’aceto balsamico, lo zucchero, le pesche, i pomodori, le cipolle, gli spicchi
d’aglio, le melanzane, ... mancano solo la carne macinata, i funghi, qualche
fragola e la panna. Carla scrive tutti gli ingredienti in un piccolo quaderno
che è appeso alla porta della dispensa. Quando lei ha finito di scrivere,
prende il foglio e lo mette nella tasca della sua vestaglia. Dopo, esce dalla
dispensa. Manca soltanto lei intorno alla tavola.
Valentina,
dopo aver mangiato un pezzo di crostata e bevuto una tazzina di caffè, esce
dalla casa. Nel suo piccolo appartamento ci sono molte cose che deve ancora
fare.
–Nonna,
dobbiamo dire qualcosa di molto importante. –dice Francesca.
–I
gemelli sono i loro fidanzati, non è vero? –dice la nonna guardando negli occhi
Francesca.
–Ma,
nonna, come lo sai? –chiede Licia spaventata per le parole di Alessandra.
–Lo so
–risponde alla fine Alessandra. –Noi anziane sappiamo molte cose anche se a volte
sembra che le ignoriamo. Ormai è molto tardi, sparecchiamo la tavola e andiamo
a letto.
Tutte le
donne si sono alzate: Chiara porta i suoi figli in camera, al secondo piano,
mentre le altre donne, insieme a Sofia,
aiutano Alessandra: Donatella lava il servizio di porcellana, i cucchiaini, le
forchette e i coltelli, sua figlia sciacqua il tutto, Francesca li prende e li
mette nel mobile che c’è vicino alla dispensa. L’altra gemella, Licia, raccoglie
e piega la tovaglia e la mette nell’armadio dei bicchieri, in un ripiano sotto
le tazzine; Anna e Alessandra mettono in ordine le sedie. Quando arriva Chiara
deve essere pulito soltanto il pavimento.
Alle
undici la casa è finalmente in silenzio.
Al
secondo piano, ci sono diverse camere da letto e due sanze da bagno, le gemelle
hanno la loro camera di fronte alla camera dei loro fidanzati e alla destra
della camera della nonna. Alessandra è una donna molto tradizionale e i
fidanzati dormono in camere diverse. Le gemelle stanno per addormentarsi quando
improvvisamente ascoltano parlare Stefano e Luigi, si alzano e vanno a vedere
che cosa dicono.
–Il suocero
di Donatella mi sembra qualcuno di conosciuto, ma non so chi. –dice Luigi.
–Di
sicuro? È un uomo molto gentile, sembra un galantuomo.
–Ma, io
l’ho visto prima di arrivare in questa casa. Ne sono sicuro. –dice Luigi. –Ho
visto la sua faccia prima di arrivare qui. –ripete l’ispettore di polizia.
–Sembra
un uomo colto e molto gentile e sa....
–Non
dico di no, comunque io lo conosco.
Le
gemelle, che hanno ascoltato tutta la conversazione, sono preoccupate per le
parole di Luigi. Se l’ispettore rivela il segreto di Pietro... può succedere un
casino. C’è un problema. Licia e Francesca non sanno che fare: uscire dalla
loro camera e parlarne con Donatella o rimanere lì e aspettare ad ascoltare il
resto della conversazione. Ma i loro fidanzati non parlano più. Adesso tutta la
casa è silenziosa e le gemelle decidono di aspettare la mattina.
Sabato
Nino si
è svegliato alle dieci. Donatella non c’è. Non si è accorto di niente. Ha
dormito della grossa. Si alza, infila le pantofole ed esce dalla stanza. Tutto
il piano è in silenzio. Entra nel bagno. Il suo abbigliamento è sulla lavatrice.
Dopo pochi minuti scende le scale. Nella cucina ci sono tutti. Sulla tavola ci
sono il latte caldo, il caffè, la marmellata di fragole, burro e spremuta
d’arance. Ognuno al suo posto fa colazione.
–Siediti,
Nino! –dice la nonna, alzandosi dalla sedia. –Ho già finito.
Nino si
avvicina, la bacia e si sedie. Alessandra, mentre loro finiscono di mangiare,
come sempre, comincia a lavare piatti e bicchieri man mano che loro glieli portano.
Dopo dieci minuti, soltanto Nino e la nonna rimagono nella casa. I bambini
escono di casa e giocano nel giardino. Carla e Sofia aiutano Alessandra con la
pulizia della cucina, poco dopo le due donne spazzano il pavimento della sala
da pranzo e il soggiorno mentre Alessandra pulisce un sacco di ricordini e
pensierini che sono sui televisori ed anche sull’armadio del soggiorno dove il
marito di Alessandra ripone le bevande che gli piacciono.
Anche Chiara,
Donatella e Sofia rimangono in casa per aiutare a pulire le camere da letto.
Anna e
le gemelle escono per fare la spesa. Pietro, Andrea, Paolo, il fratello di
Donatella, Pierpaolo e i fidanzati di Licia e Francesca li accompagnano. Loro
faranno una passeggiata per il paese mentre le donne comprano tutto il
necessario per cucinare il pranzo speciale per celebrare il compleanno di
Alessandra.
Nella
macelleria Francesca e Anna fanno la fila mentre Licia compra i funghi e le
fragole in un negozio all’angolo.
–Questa
notte abbiamo sentito qualcosa di molto pericoloso –dice Francesca a bassa
voce.
–Pericoloso!
–risponde Anna guardando come la gente avanza pian piano verso il bancone.
–Certo.
–continua a parlare Francesca. –I nostri fidanzati.
Con
poche parole Francesca racconta ad Anna di cosa hanno parlato Stefano e Luigi.
–Peccato!
Cosa faremo?
–Non lo
so. Ma se Luigi si ricorda subito...
–Non ci
penso neanche!
–Cosa
desiderano signorine? –dice il macellaio.
–Vorrei
due chili di carne macinata di vitella e di maiale insieme
–Tanta
carne! Cosa farai? –chiede Anna.
–Dei
medaglioni.
–Sei
diventata matta? Medaglioni per venti persone!
–Ecco
la carne! Le serve altro?
–Nient’altro.
Grazie. –dice Francesca.
–Si
accomodi alla cassa.
Appena
sono uscite dal negozio del macellaio compare davanti a loro Licia carica di
funghi, fragole, pomodori, cipolle, carote e sedano.
–Mi
piace cucinare la polenta.
–Polenta
e medagloni! Veramente siete diventate matte!
–Non ti
preoccupare, la polenta è istantanea. –risponde Francesca.
–Ma,
dai...
–Non ti
preoccupare –ripete Francesca. –Andiamo da loro. Sono al bar di Gino.
Alle
undici tutti sono già a casa. Mentre le donne cominciano a preparare il pranzo
gli uomini, nel terzo piano, giocano a bilardo e parlano.
–Sofia
–dice Anna –per piacere, taglia una cipolla a pezzetti.
–Subito,
zia.
La
figlia di Donatella prende una cipolla dalla dispensa e poi un coltello. Con
queste cose arriva alla tavola dove c’è un posto adatto per tagliare qualsiasi
cosa. È una brava ragazza a cui piace cucinare.
Intanto,
Anna ha preso i pomodori. In una casseruola l’acqua bolle e dopo aver fatto dei
tagli ai pomodori ce li mette dentro. Sono pomodori del suo orto, grandi e
rossi.
-Licia,
è pronta l’acqua per la polenta? –chiede Francesca.
–Ancora
no, mancano soltanto pochi minuti –risponde sua sorella. –Quanta ne abbiamo?
–Abbastanza.
–risponde Francesca. –Un chilo. Va bene?
–Benissimo!
–Carla,
dov’è la carne? –chiede la nonna.
–Nel
frigorifero, accanto alle uova. Dov’è il tritacarne, Anna?
–Nella
dispensa, no, scusa, aspetta un attimo... si, certo, nella dispensa.
La
cucina, anche se grande, diventa piccola con le donne che stanno lavorando e
andando di qua e di là. Gridano e ridono mentre lavorano. È un bel giorno di
festa e tutto è a posto per festeggiare con la nonna. Però il tritacarne si
guasta e allo stesso tempo, sulla moderna cucina, l’acqua non bolle più.
–Cosa
succede?
–Ci
sarà un guasto!
–Andiamo
a vedere l’impianto elettrico. –dice Donatella.
E poi gli
uomini guardano cosa è successo. Ma nessuno può spiegare perché non c’è la luce
dato che tutto è a posto. Anna ritorna in cucina. Il tirtacarne continua a non
funzionare e inoltre anche l’acqua è
andata via.
-Che
guaio! –gridano Licia e Francesca. –Quanto ci dispiace, nonna!
-Non vi
preoccupate. Faremo il pranzo a modo mio –dice la nonna. –Allora, dobbiamo
utilizzare i vecchi utensili da cucina. Io e Chiara la macineremo un po’ di più
la carne, Francesca e Licia cucineranno la polenta, Anna e Sofia faranno il
sugo per la polenta; Paolo, Nino e Pierpaolo taglieranno la legna; i ragazzi ci
porteranno la legna; Andrea, che è sempre stato un bravo cuoco ci darà dei
consigli; Donatella e Sofia porteranno l’acqua dal pozzo. Dai, tutti a
lavorare! –grida Alessandra. –Carla, prende la mezzaluna, la carne deve essere
molto tritata.
–Subito
nonna –risponde la figlia di Chiara.
–Sai
cos’è la mezzaluna?
–Certo,
nonna –risponde la ragazza. –questa cosa que serve a tagliare la carne a mano come
si faceva un secolo fa.
–Brava
ragazza! –ride la nonna. –Francesca, Licia, quelle casseruole non servono per
la cucina a legna.
–Dobbiamo
utilizzare quelle vecchie? –domandono le gemelle spalancando gli occhi molto
stupite.
–Certamente,
e con molta cura perché non si attachi al fondo. Utilizza anche il vecchio
mestolo di legno.
–D’accordo!
–risponde Licia. –Non mi sembra più una buona idea quella di cucinare la
polenta.
–Anna,
Sofia. –grida la nonna prendendo due coltelli e un’altra mezzaluna dalla dispensa
–dovete tritare bene, molto sottile, sedano, carota, aglio e cipolla.
–Subito
nonna.
–Prima
utilizza i coltelli, e poi la mezzaluna. Carla!
–Si,
nonna!
–Sbuccia
questa cipolla. Le mie mani non possono. –dice Alessandra osservando sua nipote
che lavora. –Chiara! Sarà meglio che triti tu la carne. Carla, Alessandra,
Paolo.
–Si,
nonna –gridano i suoi nipotini.
–Portate
la legna per la cucina. Dietro la casa ci sono già Paolo, Nino e Pierpaolo a
tagliarla.
–Subito,
nonna! –rispondono i ragazzi uscendo dalla cucina.
–Chiara!
Lascia stare la carne e aiuta Donatella a portare l’acqua del pozzo. –dice
Alessandra prendendo la mezzaluna e cominciando a tritare la carne. –Stefano,
Luigi!
–Sì signora.
–rispondono i fidanzati di Licia e Francesca che fino a quel momento non
avevano fatto niente perché guardavano stupiti tutto il casino che c’era in
cucina.
–Aiutate
Chiara e Donatella.
I
gemelli, senza fare parola, escono dalla cucina. Certo che non dimenticheranno
mai questa giornata. Né loro, né nessuno di quelli che si trovano in casa della
nonna per festeggiare il suo compleanno.
Per
quasi tre ore tutti hanno lavorato come matti: la nonna non gli ha dato un
attimo di respiro fino a che non hanno finito di cucinare il pranzo. Tutti
hanno lavorato molto, meno Gino e Pietro che sono stati a consigliare Luigi e
Stefano sul modo migliore di tagliare la legna e che sono riusciti a far venire
il mal di testa ai gemelli
La festa
è stata un successone: hanno mangiato, hanno bevuto, hanno brindato, hanno
cantato e hanno ballato. La nonna, coraggiosa, ne ha combinata una delle sue e
ha ballato con tutti dei balli della sua gioventù. È stata una bella serata e
un bel fine settimana... ma molto stancante.
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