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lunes, 20 de abril de 2020

Uno psicoanalista molto bizzarro

- Sceneggiatura e regia di Dino Risi
- Cast:
        Enrico (consulente finanziario): Vittorio Gassman
        Saverio (paziente): Nino Manfredi

(Piano generale: un uomo quarantenne, dai capelli neri ed occhi scuri è sul marciapiede di una via; indossa un paio di jeans, una maglietta azzurra e scarpe da ginnastica. Guarda stupito il portone di un vecchio palazzo nei presi del Tevere)

- Saverio (legge a bassa voce): Enrico Caprese (consulente finanziario) 1º D, Enrico Calabrese (psicoanalista) 1º I.

(Saverio esita ancora qualche secondo. Si avvicina al portone, che è aperto, ed entra. Non c’è l’ascensore. Le scale sono di legno; le pareti, piene di graffiti e disegni osceni, non lo tranquilizzano)

- Saverio (parla a bassa voce e cammina piano): “È un bravissimo psicoanalista”, “non ti preoccupare, ti aiuterà”. Non avrei dovuto fidarmi di quel cretino di Pietro. Un bravissimo psicoanalista in questo antro?

(Si ferma, ha il piede destro su uno scalino ed il sinistro per aria, lo lascia cadere sullo scalino inferiore)

- Saverio (pensa, voce in off): “Posso dire che l’ho visitato e raccontare qualsiasi bugia ... ma Donatella si arrabbierà con me perché io non so mentire”

(È arrivato al primo piano. Ci sono due porte di legno, del tutto uguali)

- Saverio (esita un po’ pensando a cosa fare; guarda alternativamente le due porte): “Non mi ricordo se lo psicoanalista è a sinistra oppure a destra. Dovrei scendere e guardare un’altra volta la targa sulla porta, ma se lo faccio non riuscirò a rientrare”

(Si fida del suo istinto e sceglie quella più vicina alle scale)

- Saverio (cerca il campanello): Vabbe’, non c’è. (chiude la mano destra a pugno e batte le nocche sulla porta): Permesso?
- (Voce d’uomo all’interno): Avanti!
- Saverio (apre un po’ la porta): Posso?
- (Voce all’interno): La prego!
- Saverio (entra e guarda la stanza molto stupito): Salve. Ho bisogno del suo aiuto

(Non sembra lo studio di uno psicoanalista. Non ci sono diplomi alle pareti, né scaffali con un sacco di libri con titoli incomprensibili, neanche una secretaria. È una stanza piccola, con le pareti blu, un gran tavolo di legno scuro, due sedie dello stesso materiale e all’altro lato una sedia di cuoio nero dove è seduto un uomo molto magro e sorridente)

- (L’uomo si alza): La prego, si accomodi. Enrico Caprese, piacere.

(Gli uomini si stringono la mano)

- Saverio: Piacere. “Caprese?” (pensa; voce in off, mentre si siede) “ma il cognome dello psicoanalista non è Calabrese. Forse mi sono sbagliato”
- Enrico (intreccia le mani, lasciandole sul tavolo ed inclinandosi un po’ in avanti): Mi dica.
- Saverio (accavalla una gamba sull’altra due o tre volte prima di cominciare a parlare. La sedia è molto scomoda e non riesce a trovare la posizione giusta). Beh... Non so... Forse sarebbe meglio... (comincia ad alzarsi)
- Enrico (apre le mani, le lascia sul tavolo): Non abbia paura, mi dica. Guardi, sicuramente che La posso aiutare.
- Saverio (si risiede; sospira e comincia a parlare): Non so cosa dire. Non sono affatto contento...
- Enrico (taglia corto): Non parli... non mi dica neanche una parola! (quasi gridando). Io, io sono la soluzione di tutti i suoi problemi! Io posso aiutarLa!
- Saverio (con gli occhi spalancati provando un po’ di paura): Ma se non ho detto niente!
- Enrico ( si alza e comincia a muoversi intorno al tavolo e camminando verso Saverio che afferra la sedia con le due mani e senza alzarsi comincia a indietreggiare) Lei non esce da qui senza risolvere il suo problema. Io sono bravissimo! Sono...
- Saverio (batte le ciglie due o tre volte e lo guarda sbalordito): Vabbe’! parlerò, parlerò!
- Enrico (ritorna alla sua sedia di cuoio): Forza! (stringe i pugni e fa un movimento in avanti)
- Saverio (concitato e impaurito): La mia vita è un inferno, mia moglie mi ammazza ogni giorno, i miei figli non sono rispettosi con me, il mio capo mi grida, non è mai gentile, mia suocera mi disprezza, mio genero ride di tutto quello che faccio, prefino il mio cane, che è grande così (dice abbassando la mano destra fino alla caviglia) mi latra, mangia il mio pranzo, rovina il mio abbigliamento e a volte mi morde. Non so cosa fare!
- Enrico (si rialza: Enrico Caprese ha la soluzione! (apre un cassetto della sua scrivania e prende alcuni fogli) Guardi!
- Saverio (lo guarda stupito): Però... però... ci sono delle foto di palazzi! Che c’entrano i palazzi con il mio problema?
- Enrico: C’entrano, c’entrano! Se compra un palazzo diventerà più felice, sua moglie sarà tanto tanto contenta che non La ammazzerà mai, il suo capo La rispetterà, sua suocera dovrà riconoscere il grande uomo che è, i suoi figli saranno molto contenti, ed il suo cane si stancherà tantissimo nel giardino bello grande che non le darà mai più fastidio.
Firmi qui, o qui o qui (dice il consulente finanziario girando le foto e mostrando i contratti di vendita rispettivi)
- Saverio (prende le foto e guardandole pensa): “È uno psicoanalista un po’ bizzarro ma può darsi che abbia ragione, è da anni che Donatella mi dice che dovremmo trasferirci a un palazzo più grande. Non mi manca il denaro, sarà una bella sorpresa, un dono per il nostro anniversario”. Vabbe’ (dice prendendo in mano una delle foto; firma senza quasi leggere il contratto). Grazie, Lei è uno psicoanalista bravissimo.
- Enrico (fa finta di niente): Grazie, grazie. A domani!

- Saverio: A domani!

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