La
cittá dell’assedio è il secondo libro della trilogia di Luca
Buggio sull’assedio a Torino nel XVIII secolo. Ritorniamo a
incontrarci con Luigi, Laura, Gustìn e altri personaggi che abbiamo
conosciuto nel primo libro, La città delle streghe. Adesso
Torino è davvero in pericolo e, allo stesso tempo che le bombe
caddono su essa e la Cittadella, una serie di efferati assassinati si
espandono ovunque, famiglie intere spariscono senza lasciare traccia,
come se non fossero mai esistite; l’Ordine del Drago, di cui
abbiamo avuto delle notizie nel libro precedente, cerca il Potere e
la Gloria, esseri sovraumani camminano tra gli uomini e donne della
città, che non si rendono conto della sua esistencia. Su
e giù, nella superficie e nel sottosuolo della città di Torino, si
svolge una battaglia a morte tra quelli che vogliono distruggerla e
quelli che vogliono diffenderla. E nel bel mezzo di questa lotta
Gustìn e Laura, e la famiglia della ragazza.
Luca
Buggio ha scritto un libro rotondo, nel senso che non fa una piega,
con personaggi che crescono, si transformano, vanno avanti, sia
fisicamente sia mentalmente. Per scrivere un romanzo storico vero
bisogna documentarsi, leggere un sacco di libri prima di cominciare
anche con la prima stesura del romanzo, questo si vede proprio in
questo libro e anche nel primo e nell’ultimo di questa trilogia.
L’immane lavoro di documentazione di Luca Buggio fa sì che
possiamo vedere proprio la città distrutta o quasi distrutta, che
possiamo afferrare in maniera perfetta ogni vicolo, ogni piazza e
ogni abitazione.
Ma,
come al solito, la vita segue e Luca Buggio con poche parole riesce a
descrivere questo ambiente di falsa tranquillità:
“Nell’aria
risuonavano le voci dei torinesi, spezzate ogni tanto dagli echi
delle cannonate. Le massaie appendevano i panni ai balconi e alle
finestre, i garzoni percorrevano le strade con i sacchi sulle spalle,
i bambini giocavano alla guerra” (pagina 97).
Lo
sacro e lo profano, la realtà e il mondo degli spiriti, della
superstizione, permea ogni pagina del libro in maniera egregia e
riesce a fare che il lettore si senta parte di questo mondo che è
esistito realmente e che è anche prodotto della mente dell’autore
e anche della psiche collettiva dei torinesi. Come dice Rosina nella
pagina 123:
“I
Santi sono in mezzo a noi. In ogni momento, anche adesso, combattono
le forze del Maligno per proteggerci”.
Ma
questa è un’altra storia.
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