Dopo
dieci anni di aver vissuto nell’estero Luca torna a Venezia. Tiene in mente di
vivere nel palazzo dei suoi antenati, ma prima di tutto dovrebbe osservare bene
che cosa devono cambiare nell’edificio e che cosa devono rimanere.
L’aereo è
atterrato alle 8:15. Sta piovendo. È una pioggia molto sottile. Luca ha
guardato in su: il cielo è coperto di grosse nuvole nere ed il vento comincia a
soffiare. Ha preso le valigie ed è salito su un tassi.
Mezz’ora
dopo è arrivato al palazzo in gondola. Sbatte sulla porta con la mano destra e
aspetta pocchi minuti. Sa che c’è un portiere, un uomo molto vecchio, che
cammina pian pianino ma anche è un bravo lavoratore: pulisce il palazzo, fa
l’idraulico, lavora come falegname e fa anche l’elettricista.
Luca
guarda il suo orologio: sono già pasati quindici minuti, avvicina l’orecchio
alla porta e crede d’ascoltare un fiato, si tira indietro ed aspetta. A mano a
mano la porta si apre e compare un uomo vecchio con un’altezza quasi due metri.
Luca lo osserva stupito.
-Buongiorno –dice l’uomo.
–Che desidera?
-Buongiorno –risponde lui
fissando lo sguardo sull’uomo. –Sono Luca Moretti.
-Piacere, dottore! Piacere!
–dice l’uomo scostandosi dalla porta per che Luca si metta dentro la casa.
–Sono Flavio Messi. Il viaggio, è stato bene? –segue a parlare mentre prende le
valigie e cammina verso le scale.
-Benissimo! –risponde lui
osservando sbardolito le cuadri che ci sono sul muri. Nei suoi ricordi ne erano
molto imprecisi.
Salgono
fino al primo piano senza parlare più. Flavio gira a sinistra e, dritto dritto,
arrivano alla fine del corredoio, apre una porta, entra nella stanza e lascia
sul pavimento le valigie.
-Ecco la sua camera da letto!
Se non La piace...
-Mi piace molto. –risponde
Luca guardando intorno di se.
-Scusi, devo fare la spesa.
Adesso, desidera qualcosa di buono per mangiare?
-No, no. Grazie mile. Mi
riposerò un po’. Sono molto stanco.
-Va bene. Allora, La vedo a
pranzo.
-Perfetto! –risponde Luca
lasciando la giacca sul letto.
Flavio
esce dalla stanza e chiude la porta. Luca, seduto sul letto, osserva le cose
che ci sono nella camera e poi si tolse le scarpe e si sdraia sul letto. Tra
pocchi minuti si è addormentato, e sogna. Nel suo sonno è un bambino da sette
anni; nel palazzo c’è molta gente ma adesso c’è il silenzo. È notte fonda e si
è svegliato perché ha ascoltato un rumore. Si indosa le pantofole e si avvicina
alla porta. Il rumore è ogni volta più forte, sembra il suono di qualche
impronta ma lui non le conosce. Sarà un ladro?, pensa con terrore.
Improvvisamente il rumore si ferma e il pomolo della porta comincia a muoversi,
Luca desidera gridare ma della sua gola non esce niente. Il pomolo non si muove
più e le impronte si allontano per il corredoio. Luca, con molta cura e pian
pianino, apre la porta e guarda in fondo del corredoio: un’ombra sconosciuta
sale la finestra al fondo del corredoio e saltono alla notte. Stupito chiude la
porta e, improvvisamente, si sveglia.
Luca
guarda il suo orologio, soltanto è pasato mezz’ora. Si indosa le scarpe e esce
dalla stanza. La finestra del suo sonno sta a sinistra, si avvicina per cercare
una spiegazione e subito, quasi per caso, osserva una piccola goccia di sangue.
Non capisca niente. Flavio somiglia un uomo molto pulito. Scende le scale e
cerca di trovarlo ma non c’è. Ricorda que sta facendo la spesa. Percorre tutto
il palazzo, dal piano basso al terzo piano ma non trova niente. Tutto c’è nel
suo posto.
Pocco
prima del pranzo Luca domanda a Flavio per la goccia di sangue.
-Quale goccia? –domanda
Flavio. -¡La goccia! ¡Quella goccia! –dice alzando la mano in su. –Quella
goccia non si può pulire. –spiega mentre serve la zuppa.
-¿Perché?
-Perché è il ricordo di una
brutta storia.
-Racconti, per favore.
-Con il suo permesso. –dice
Flavio sediendosi. –Molto tempo fa, due ragazze molto amiche amavano allo
stesso uomo. Lui non sapeva niente. Loro non desideravano rompere la sua
amicizia per raggiungere l’amore de quest’uomo e non gli hanno deto niente.
Parlavano e parlavano di lui e soffrivano della stessa maniera. L’uomo non
sembrava interessato in nessuna donna e loro erano felici per questa ragione.
Un giorno l’uomo è scomparso, loro aspettarono il suo ritorno ma lui non compareva.
Dopo sei mesi l’uomo è ritornato e con lui veniva una bella donna: era sua
moglie. Le due raggaze ammalarono di malenconia. L’uomo, che era il dono di
queste palazzo, offre una festa a tutti le migliore famiglie di Venezia per
festeggiare la sua felicità. Loro soffrerono molto per vederlo attacato sempre
a quella bella donna, salirono le scale fino al primo piano. Rimanerono nel
corredoio per molto tempo fino a che i suoi genitori si renderono conto di que
non c’erano nel piano basso. Quando, alla fine, salirono tutti al primo piano
soltanto hanno potuto vedere un’ombra scomparire dalla finestra e la traccia di
una goccia di sangue. Guardarono in giù e un urlo di terrore escono di tutti le
gole: le due amiche erano morte nel pavimento del giardino. La goccia non si
può mai pulire.
-¿E l’ombra che io ho visto
nel mio sonno? –dice Luca che subito racconta a Flavio cosa è successo nel
sonno.
-È l’uomo che non può
arrivare nel momento preciso per salvarle e che è condannato a intentare
proteggerle da sei secoli fa.
No hay comentarios:
Publicar un comentario
Podedes deixar aqui os vosos comentarios, ideas e suxerencias.
Podéis dejar aquí vuestros comentarios, ideas o sugerencias.
Spazio per scrivere le vostre osservazioni e idee.