martes, 21 de julio de 2020

RECENSIONE - IL SUICIDIO DELL'ARCIERE


Con un inizio un po’ strano che, in un certo senso, può fare venire in mente il film “LA PRINCIPESSA PROMESSA SPOSA”, “Il Suicidio Dell’Arciere” è, allo stesso tempo, un libro straordinario e prevedibile. Questo non è affatto un difetto, anzi, succede spesso con le fiabe, un esempio su tutti è quella di Cenerentola. Mi piacciono questo tipo di libri.
È straordinario perché ci racconta una storia piena di magia, già conosciuta prima che gli uomini scrivessero per la prima volta. È una storia scritta mille volte e altre mille sarà raccontata ai lettori del futuro. E sempre, per sempre, ci piacerà.
Ci sono tutti gli ingredienti di una fiaba:
- la guerra che non finisce mai
- storie d’amore che si incrociano
- la sofferenza dell’eroe e la sua consapevolezza su quello che accadrà e che non potrà evitare
- il personaggio cattivo che, anche se non si conosce fino alla fine del libro, occupa la vita di tutti i protagonisti
- gli uccelli del malaugurio
- le donne brave e coraggiose
- il Fato che si impadronisce di tutto e tutti.
Poi c’è la pennellata di modernità all’inizio della storia: un divano.
L’ambientazione sembra quella del Medioevo oppure dei miti: ci sono arcieri, giovani che girovagano di paese in paese in cerca dell’uomo che ha ammazzato il loro padre, l’eroe che soffre. Cosa c’entra il divano?
Man mano che si legge il libro si capisce benissimo. Dal mio punto di vista l’autore, Danilo Di Pinto, vuole raccontare una storia eterna, potrebbe essere ambientata in un tempo post-apocalittico, potrebbe essere più antica, lontana dalla nostra epoca oppure, come credo io, potrebbe essere ambientata allo stesso tempo, in un’epoca vicina ma anche lontana a noi.
Potrebbe trattarsi di una storia atemporale.
Quello che interessano sono le emozioni, che rimarranno ugualmente impresse qualunque sia l’epoca in cui si svolge la storia. Le passioni degli uomini sono le stesse sia nella Grecia classica sia nell’anno 2800 A.C.
Nella narrazione de “IL SUICIDIO DELL’ARCIERE”, passato e futuro si incrociano attraverso i ricordi di ogni singolo personaggio. Qualcosa si intuisce e ogni pagina già letta ci spinge ad andare avanti in fretta perché, anche se il finale lo sappiamo, vogliamo che abbia una conferma.
Danilo Di Pinto riesce ad avvolgerci nell’atmosfera oscura, tempestosa e magica della storia , dove si va alla ricerca di quella speranza che faccia finire tutto bene. Se questo era l’intento dell’autore, a me sembra proprio che ce l’abbia fatta. E a voi?