“Tre minuti a mezzanotte” di Maria Mezzatesta é un libro
diverso di qualsiasi altro che abbia letto prima. Quale è
l’argomento? Lo spiega perfettamente l’autrice nella quarta di
copertina: In un orologio ipotetico di ventiquattr’ore, dove la
prima ora corrisponde alla nascita della civiltà e l’ultima alla
sua morte, ai terresti e ai blunoriani, gli abitanti di un pianeta di
nome Blu Noor ad anni luce di distanza da noi, mancano tre minuti a
mezzanotte.
Sono certa che ci siano un sacco di libri che
hanno questo spunto e ognuno degli autori ha preso un cammino diverso
per svolgere la sua teoria. Come è certo che ci sono molti libri e
teorie sull’esistenza di vita su altre pianete della nostra
galassia e anche sulla possibilità che ci siano pianete con vita
intelligente in galassie lontane anni luce dalla nostra. Libri
scientifici o meno, documentari scientifici o meno, hanno svolto
quest’argomento.
María Mezzatesta vuole dire la sua e, allora,
utilizza questa quasi certezza della vita su altri pianeti per
svolgere questo bel libro. Quasi certezza, perché non si sa di
sicuro ma si immagina che non è possibile che i terrestri siamo gli
unici abitanti nell’immenso Universo.
Però, andiamo al dunque. Ci sono tre personaggi
diversi in questo libro, due sono collettivi (terrestri e blunoriani)
e ce ne un altro singolo, l’Ospìte, che non sappiamo chi sia fino
alla fine del libro.
Sia terrestri che blunoriani hanno un problema: il
loro tempo sta arrivando alla fine (mancano tre minuti a mezzanotte).
Entrambe sono società evolute, ognuna deve risolvere dei diversi
problemi. Ma, mentre i terrestri litigano a vicenda su chi può
guadagnare più soldi, oppure su chi sia il più potente, senza
curarsi del mondo in cui abitano,
l’informazione che esistano entità
estraterrestri senzienti rappresentra una grave minaccia di
destabilizzazione alla sovranità antropocentrica. In sostanza, una
minaccia al potere costituito. Il concetto moderno di sovranità è
un principio antropocentrico, elaborato e organizzato in referimento
agli uomini. (…) La gente comune crede solo a quello che viene loro
detto attraverso u mass media, mentre ai governanti del mondo non
interessa affatto (p. 83)
nel pianeta Blue Noor, dove le guerre egoiste
sono finite molti secoli fa, dove gli esseri che abitano Blu Noor è
da tempo che hanno lasciato da parte questo atteggiamento egoista,
hanno curato la natura:
Qui nelle Terre Nuove viviamo bene, ognuno ha
rispetto per quello che è, non c’è aspetto o colore della pelle
oppure sesso che ci divida. Ci raduniamo in piccole comunità e
insieme decidiamo, (…) non viviamo più come animali sotto la
spinta dell’egoismo (p.112)
Anche loro hanno un grosso problema: le Terre
Rosse. Dove esiste una società basata sull’ingiustizia, il
sopruso e la violenza è cieca e predatrice (p.
112)
Allora,
cosa c’entra l’Ospite, il terzo personaggio di questo libro?
L’Ospite è il filo di collegamento tra queste due società tanto
diverse che vengono descritte per filo e per segno nel libro di Maria
Mezzatesta. Un viaggiatore solitario in cerca della spiritualità, no
si sa da dove provenga, ma la sua prima apparizione è a Varanasi,
nell’India, un paese conosciuto per la sua spiritualità. L’Ospite
è anche un alieno, ma, comunque tutti noi siamo alieni al cospetto
degli altri abitanti dell’Universo, anche gli alieni hanno i loro
alieni.
Così arriviamo alla
prima trama del libro: tutti siamo stranieri; a seconda dal punto di
vista dove ci incontriamo siamo il centro del nostro mondo oppure gli
alieni di un altro mondo. Cioè, ognuno crede che il suo mondo sia il
miglior mondo possibile.
Seconda trama del
libro: anche il miglior mondo possibile, quello di Blu Noor, ha dei
problemi. Quindi raggiungere la perfezione non è possibile. Oppure
sì? Lascio questa domanda aperta affinché ogni lettore possa
esprimere il suo parere.
“Tre minuti a mezzanotte” può sembrare un
libro pessimistico ma non è proprio così, è un libro aperto alla
speranza, alla rivelazione per quanto un altro mondo è possibile,
che questo pianeta che abitiamo può evolversi e crescere in armonia
con tutti quanti gli esseri lo abitano. Soltanto con un cambiamento
di atteggiamento potremmo salvare il pianeta, l’uomo non è il
centro, il centro è la Terra, voglio dire la Madre Terra, di cui
facciamo parte, perché siamo animali ma anche razionali, così
dicono, però se fosse certo, se realmente vogliamo sopravvivere,
dobbiamo cambiare, non più egoismo, non più la brama di essere al
di sopra di un altro essere vivente perché è diverso. La diversità
è un dono, un regalo, un’opportunità di crescita della nostra
anima. Capire quello che è diverso e non avere paura, accettare al
diverso, quello è l’atteggiamento corretto, perché anche noi,
terrestri, siamo diversi dagli altri esseri che popolano l’Universo,
e anche il nostro pianeta è pieno di esseri diversi.
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