jueves, 13 de octubre de 2022

GIOCO DI SANGUE di Giannicola Nicoletti - RECENSIONE

Gioco di sangue
è un libro speciale. Comincia presentando un detective, Frank, che sembra che ha tutti i difetti degli detective dei film degli anni 50 statunitensi, cioè appaiono tutti i topici conosciuti da qualsiasi persona a cui piacciano questi film: erede del negozio paterno; gli piace bere e fumare; dorme nella stessa stanza dove lavora; una donna bionda richiede i suoi servizi per cercare la sua sorella, e anche la frase i soldi non mancheranno. Ma qui finisce qualsiasi somiglianza con un romanzo noir banale. L’ambientazione è quella della Germania fascista. Un brutto periodo per tutti quanti abitavano in queste paese: il coprifuoco che stringe gli abitanti a rimanere in casa altrimenti la Waffen SS puoi dare il fermo e portarli in galera, la sofferenza di chi è perseguitato, il terrore di chi appartiene alla Resistenza, l’atteggiamento di quei militari che sanno che tutto quello che succede non è corretto e che cercano di fare del suo meglio senza essere scoperti, le città piene di macerie, di soldati e di carri armati.Tra quelli a chi non piace il regime fascista si trova proprio Frank, il nostro eroe, che dovrà portare a compimento l’indagine sulla scomparsa di Elisabeth Schulz. 
Questo sarà l’inizio di un’avventura in cui verranno anche coinvolti due amici di lui: Hans, un ufficiale dell’esercito nazista, e Thomas, un poliziotto. E poi, l’altro grande protagonista del romanzo, l’assassino, un uomo malato, a chi piace fare subire alle sue vittime in maniera speciale, con crudeltà e senza sentire mai rimorsi. 
Nicoletti non risparmia parole quando descrive la ferocia dell’assassino, ad esempio:

Mi feci strada con le dita tra le carni aperte della sua gamba e riusci ad afferrare il femore. I nervi e i muscoli che lo circondavano erano giovani e forti, ma la mia determinazione prevalse (capitolo 3).

Ma deve farlo, deve usare questi immagini crudeli e che danno schifo a qualsiasi persona sana di mente perché, in questo modo, non solo fa che il suo assassino (ancora senza nome nelle prime pagine del libro) diventi più reale, anche lui è il prodotto di un’epoca in cui la vita umana, soprattutto quella delle persone considerate inferiori, non valevano un soldo. 
Gioco di sangue è un libro che si legge in maniera scorrevole, con un argomento, nonostante conosciuto, ma che ci mette davanti agli occhi tutta la crudezza di un’epoca (rappresentata sia per i soldati nazisti che per l’assassino, specchio di un regime brutale), la lotta contro essa (rappresentata per Walt, il vecchio padrone di un bar) e anche per alcuni militari che non sono d’accordo con quello che succede, che lavorano tra le linee nemiche per far sì che il destino di alcune persone cambi (Hans, un ufficiale tedesco) e quelli che soltanto cercano di sopravvivere (Gertrude e lo stesso protagonista). 
Tutti i ceti della società tedesca della Germania sottomessa alla pazzia di Hitler sono stati sviluppati in questo libro che non è soltanto un thriller oppure un romanzo su un assassino in serie: è un libro che cerca di chiarire l’atteggiamento delle persone che vivono all’interno di un paese sottomesso da un pazzo e delle diverse soluzioni che trovano per non sporcarsi con le nefandezze che ci sono intorno a loro.La struttura del libro, capitoli corti, dove si alternano i pensieri e lo svolgimento mentale dello psicopatico con quello del nostro detective, ci impegna a continuare leggendo fino all’ultima pagina. Può darsi che possiamo immaginare il finale del libro ma non la forma in cui si arriva a esso. 
Gianiccola Nicoletti ha scritto un libro che può sembrare banale ma non è così, chi sa, con le parole giuste, senza perdersi in descrizioni che non forniscono un plus all’argomento, gestire i dialoghi, mettersi nella mente delle persone per spiegare i loro sentimenti, che non ha paura in fare descrizioni sanguinose, ma non per il piacere di farlo, bensì perché si deve fare affinché si capisca meglio l’universo dello psicopatico, è uno scrittore, un vero scrittore.