viernes, 4 de septiembre de 2020

ELDA. VITE DEI MAGNIFICI PERDENTI di Maria Adele Cipolla - RECENSIONE

 RECENSIONE – ELDA. VITE DEI MAGNIFICI PERDENTI

AUTRICE: Maria Adele Cipolla

Scrivere la recensione di un libro non è mai facile. E recensire un libro speciale come “Elda. Vite dei magnifici perdenti” della scrittrice Maria Adele Cipolla, può essere davvero difficile.

Il libro è complicato da capire? Il libro ha un linguaggio troppo specialistico o pieno di parole colte? Il libro ha un ritmo troppo lento o risulta pedante? No, assolutamente, no.

È giusto per la sua semplicità, per il suo linguaggio pulito e accurato, perché parla di cose note a tutti, anche a una spagnola come me, che non è così facile raccontarvi di Elda e della sua famiglia.

Ma cercherò di farlo.

Attraverso quest’opera ci viene racconta la Storia del periodo più convulso della Sicilia, quello tra gli anni 30 e gli anni 90 del ventesimo secolo.

Ogni personaggio ha un ruolo preciso, ad esempio:

Wanda e Guglielmo, i genitori di Giulio e Elda, sono il ritratto della borghesia degli anni 20 e 30 che brama vivere accanto ai nobili e mischiarsi ad essi. Hanno una vita sociale intensa e che ha la priorità su tutto, difatti la cura dei loro figli ricade sulla sorella di Guglielmo, zia Teresa.

La zia Teresa è quella che porta i bambini in spiaggia, che non si è sposata e abita con la madre e i fratelli in un appartamento in affitto. È quella che gioca con i ragazzi. La crema Nivea, il pranzo sulla spiaggia, la Singer a pedale… Ed è la prima a ribellarsi dal ruolo di zitella senza futuro che tutti le cuciono addosso arruolandosi nel corpo di volontarie della Croce Rossa.

Elda invece è una ragazza che si innamora di un aristocratico, Augusto, attraverso il quale conosce la vita delle famiglie benestanti, che vivono la guerra come se non li riguardasse, ma anche la vita miserabile dei loro braccianti e delle famiglie che lavorano per loro: Una volta si andò alla stalla a visitare un vitellino appena nato e Elda rimase senza parole accorgendosi che in un pagliericcio non lontano da quello delle bestie c’era il giaciglio di un bambino con la testa enorme, il moccio nel naso e gli occhi cisposi tormentati dagli stessi insetti che frequentavano gli escrementi delle vacche.

Giulio, il fratello di Elda, è un giovane uomo che vuole farsi una vita tutta sua e diversa da quella del padre.

Attraverso questi personaggi e di altri come Pietro e Ignazio, Ottavia, il Duca, la nonna Emma e i figli di tutta questa generazione che ha vissuto la seconda guerra mondiale e anche il dopo guerra, Maria Adele Cipolla ci parla della sinistra italiana e della lotta delle famiglie siciliane per farsi un futuro, ci racconta la crescita personale di un popolo, mostrando fatti che abbiamo solo letto nei libri di storia: il voto e l’accesso al lavoro delle donne, la lotta femminista e anche contro il maschilismo nel lavoro, i feudi, la lotta contro la mafia e la droga.

Elda. Vite dei magnifici perdenti” è un libro scritto in maniera scorrevole e coinvolgente, che ti porta dritto nella storia di questa famiglia tanto speciale, costringendoti con naturalezza a riflettere sugli eventi di questo periodo storico.

La storia di Maria Adelle Cipolla inoltre non è solo la storia della Sicilia, ma dell’Italia e di tutta l'Europa. È il ritratto di tutti i giovani degli anni settanta e ottanta, senza alcuna differenza.

Come non sentirsi coinvolti da un ritratto così semplice e veritiero? Come non lasciarsi coinvolgere dai fatti raccontati che si mischiano ai propri ricordi? Impossibile.