Riuscire a scrivere un libro di 400 pagine e che non diventi noioso
leggerlo mi sembra qualcosa di affascinante. Se poi questo libro è
anche scritto in prima persona e riesce a trattenere la mia
attenzione leggendo per ore, allora… Complimenti allo scrittore!
Questo
mi è successo poche volte, ma una di queste è stata con Hotel
d’Angleterre di Carmine Mari, un romanzo storico ambientato a
Salerno. Ma non solo, romanzo con spie, con storie romantiche, che si
svolge in un spazio ridotto (l’hotel d’Angleterre) e pochi
personaggi. Un po’ allo stile di Agatha Christie, per la struttura
del romanzo e il posto dove si muovono, ma con una maniera de
scrivere fresca che usa i modi di dire di forma divertenti.
Espressioni utilizzati da Carmine Mari come fare la fila per
giocarsi i numeri, chi pecora si mostra, il lupo se la mangia
e andare a farsi benedire sono state inserite dall’autore in
bocca del giovane protagonista Edoardo Scannapiero e fanno strappare
un sorriso.
Il
protagonista che racconta la storia, Edoà, è un uomo giovane che
bada dalla sua mamma e vuole diventare giornalista. Si innamora cotto
di una giovane donna, suffragetta, figlia di un ricco uomo di
Salerno. Italia è sul punto di entrare in una guerra e dei documenti
molti importanti sono spariti dall’ufficio di un militare. In
maniera casuale, Edoardo si vede coinvolto in mezzo a una trama dove
nessuno è quello che sembra. Forse neanche la famiglia con i bambini
che non lasciano di fare baccano? Forse sì o forse no, chissà.
Pochi personaggi ma abilmente descritti da Carmine Mari.
Per
quanto riguarda l’ambientazione ci mostra la Salerno nascosta,
quella dei poveracci, della malavita, della miseria ma anche quella
che desidera il cambiamento a una Salerno più giusta. Non è che io
conosca Salerno, nella Campania, ma lo scrittore è riuscito a
farmela vedere con l’immaginazione.
Si
dipingi con il pennello ma anche con le parole e Carmine Mari è un
eccellente pittore di ambientazioni, personaggi, sentimenti. Mi sono
trattenuta forse troppo tempo a leggere il libro, non perché non mi
piacesse quello che stava leggendo, anzi, perché se leggevo ogni
giorno poche pagine il finale del libro lo vedevo lontano, ed era
consapevole che quando arrivasse alla fine, all’ultima pagina, mi
sarei rattristata per averlo finito. Como effettivamente è successo.
Vedere su Amazon