jueves, 16 de marzo de 2023

L'ULTIMA BLACK SKY di Antonella Chiego - RECENSIONE

 
Jennifer è una ragazza ombrosa, sempre indossa abiti di colore nero, sempre solitaria; ha un’unica amica, Sally. La sua vita trascorre senza emozioni fino a che il laboratorio di chimica della sua scuola si incendia.
Questo fatto scatena un ricordo doloroso: la morte del suo padre anche in un altro incendio e il ricovero della sua mamma nell’ospedale. È da questo momento che Jennifer si ribella.

Aveva fatto un piercing al naso, tinto di nero i miei biondi capelli, e aveva concesso a un mio amico di tatuarmi sul collo le ali nere di un angelo (…). Avevo rifatto il mio guardaroba con vestiti, T-Shirt, pantaloni, giacche… tutto, tutto di colore nero (pag. 19).

Del resto la sua vita trascorre tra il Liceo e la casa della nonna, con cui vive. Il tatuaggio è stato un’idea del suo amico James, un compagno del laboratorio di chimica. 
Così comincia “L’ultima Black Sky” di Antonella Chiego, con la descrizione della vita di una ragazza, dei suoi problemi, sogni e speranze. Non sembra un granché, veramente. Ma questa vita così anodina sarà messa a catafascio il giorno che Jennifer va da sua madre e la vede in quella stanza quasi buia dell’ospedale.

Le persiane non lasciavano passare molta luce ma riesco a scorgere le pareti bianche imbranttate (pag. 43).

Giusto in questo punto, in questo preciso istante, qualcosa attira l’attenzione di Jeniffer, una frase sulla parete:

Sorge il sole e cala l’oscurità (pag. 44)

Sebbene il ritmo della storia fino qui sia un po’ lento si può dire che è corretto che sia in questo modo. Perché poi, quando tutto comincia a svelarsi, quando Jennifer comincia a scoprire la sua vera natura e quella delle persone intorno a lei (James, Cam, Sally, i suoi genitori, la nonna), allora tutto andrà a catafascio.
Tutto qua per quanto riguarda l’argomento del libro. 
Come tutti i libri che sono state scritti con il cuore e l’anima, “L’ultima Black Sky” ha una doppia lettura: quella superficiale e un’altra più profonda. 
La lettura superficiale ci parla delle avventure di una ragazza dal momento in cui un fatto insolito succede nella sua vita, di quello che deve fare per capirlo e delle sue relazioni con gli altri personaggi che ci sono intorno e come questa ragazza agisce nel momento in cui si mette in difficoltà, sia da sola oppure per via di un altro personaggio. 
La lettura più approfondita ci parla del percorso vitale di una persona che deve confrontarsi con sé stessa per crescere fisica e mentalmente, una storia che parla del passo della giovinezza al mondo degli adulti e delle difficoltà che si incontreranno sul cammino. Perché niente è come sembra, la natura, sia qualsiasi sia, è un essere cambiante, non rimane nelle quiete, si svolge, muta, varia, per fuori e all’interno. 
Come dice Antonella Chiego, per dire meglio, la protagonista del libro, Jennifer,

C’è una linea sottile tra la realtà e i sogni. Talvolta si vive sognando, altre si sogna di vivere una vita che non abbiamo (pag. 63)

Anche se all’inizio il ritmo del libro è un po’ lento, credo di averlo detto sopra, man mano che si continua con la lettura, quella storia semplice della ragazza con i suoi problemi di ragazza minorenne, si accumulano e si fanno più complessi fino alla fine del libro con un’apoteosi inaspettata. Il libro di Antonella Chiego insegna a rialzarci ogni volta che la vita ci colpisce, ogni volta che una persona in cui abbiamo messo la nostra fiducia ci delude, ogni volta e ancora un’altra volta. La lotta, bensì che con gli altri, è con noi stessi. 
“L’ultima Black Sky” si può capire come una storia di urban terror oppure come una riflessione sulla natura umana, con i suoi pregi e difetti. Un natura che, anche gli esseri sopranaturali, possiedono, perché partecipano della stessa natura, sono natura, e tutto nella natura non è assolutamente cattivo né assolutamente benigno. Il griglio è il colore della natura ed è proprio questo griglio quello che si deve capire perché, come detto, le cose non sembrano sempre quello che sono nella sua apparenza. Neanche questo bel libro di Antonella Chiego. 

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