sábado, 19 de diciembre de 2020

LE CONFESSIONI DI UNA CONCUBINA di Roberta Mezzabarba - RECENSIONE

 

Come tutti i libri di Roberta Mezzabarba, “Le confessioni di una concubina” non è un testo facile da leggere ma non per il modo di scrivere bensì per l'argomento: la violenza sulle donne. La maniera in cui questa scrittrice spiega un argomento tanto impegnativo è, innanzitutto, complesso: perché riesce a raccontare la storia di Misia senza manipolazione di cattivo gusto, con dolcezza, in maniera realistica senza svagare per strade banali. Si leggono con interesse le vicende di Misia, la concubina, e a volte chi lo fa si riconosce in questa donna, nella sua lotta per andare avanti e per guadagnare a qualsiasi costo la sua libertà, la libertà di vivere senza paura, la libertà di pensare, di agire, di amare. Il linguaggio è semplice, a volte poetico, a volte realistico, ma non è mai un linguaggio crudo, ed è sempre una maniera di scrivere accurata e che trasuda compassione nei confronti di una donna che ha dovuto lottare per trovare il suo IO, il suo vero IO. La famiglia, il marito, il collega di lavoro sono personaggi che si muovono attorno alla protagonista e da cui Misia dovrà staccarsi per poter vivere, per essere libera di agire e di pensare. Ma ci sono personaggi che la aiutano, che credono in lei, come la moglie del suo capo (la signora Olga), sua sorella (Iride) e anche Mario, ma soprattutto Sebastiano, il figlio di Mario.