miércoles, 1 de febrero de 2023

TUTTO PER LA FAMA di Elisa Mura - RECENSIONE

 
“Tutto per la fama” di Elisa Mura. Il titolo e anche la copertina (a colori con una donna snella, elegante che sembra osservare il mare) può confondere il lettore. “Va bene, ci proverò a leggerlo”, ho pensato, “comunque è qui; vediamo se riesce a sorprendermi”. L’ha fatto. Eccome! All’inizio sembra un romanzo su due fratelli, che allo stesso tempo lo sono e non lo sono: muore a entrambi la mamma adottiva e sono cresciuti da una zia tutt’altro che simpatica. Inoltre, il ragazzo, Julius, è un po’ speciale.Ho cominciato a prendere appunti aspettando una lunga storia (il libro ha 273 pagine) sulle avventure e sventure di questi due ragazzi, Cora e Julius. Il punto di slancio è la promessa che Cora fa a sua mamma, che sta per morire, di badare al fratellino.Da qui alla fine del libro il romanzo prende una piega tutta diversa di questo prologo così drammatico. 
Questa volta, affinché non perdessi una battuta interessante ho cominciato a mettere dei post-it in quelle pagine che mi sembravano intriganti per un qualsiasi motivo. La prima volta ho messo un messaggio che indicava il riassunto del prologo, poi ho visto che, in ogni capitolo, parlava un personaggio diverso (Cora, Rufus,…) e ho pensato che mi sarei persa se non avessi riempito con queste piccoli quadranti gialli il libro. Va bene. Andiamo al dunque.La struttura del libro è lineare, qualche flashback, per capitoli successivi, salti di posti tra capitoli, ritmo rapido fino a diventare pazzesco e caotico nelle scene della rapina del banco.L’uso della prima persona permette che sia il personaggio a esprimere i suoi desideri con tutta la forza che ha dentro di sé. Non è una cosa che abbia immaginato la scrittrice, è reale, giacché l’uso dell’IO immedesima il lettore nella storia. È come se egli fosse un invitato del libro. Vedo Cora, cicciona con in capelli ricci, che cammina, in un giorno afosato di estate facendo fatica a correre per arrivare a una panchina del parco. E rido, non di lei, ma con lei, delle sue limitazioni ma anche della sua testardaggine. 
Clovis, Rufus, Julius, Cora sono personaggi reali. Ognuno ha la sua personalità ben definita.

Cora è piena d’ironia: 

Mi definisco proprio una signorina sfaticata, una che si costringe a riprendere fiato ogni tre minuti; ho rischiato di scivolar sulla scalinata rossastra in discesa, rimbalzando come una palla di calcio, e macchiarmi maglia e pantaloni. Ancora più grave, ho temuto di rompermi l’osso del collo, e quello mi serve ancora. (pag. 29) 

Julius non si sa veramente cosa sia: 

Le fattezze di questo esemplare di studio psichiatrico sono rimaste più o meno similari dall’infanzia, Julius nel fisico e in altezza, sia ben inteso. È comunque esile come un giunco, possiede un volto altrettanto scarno nelle guance, gli zigomi invisibile, ma la sua immutabilità sta nell’incapacità d'imparare le diverse espressioni facciali: gioia, dolore, rabbia. (pag. 46) 

Anche se, attraverso le pagine del libro, scopriremmo che è soltanto un uomo egoista. Nient’altro. 

Rufus sembra un uomo normale, che ha un lavoro normale, più o meno, a quale piace Cora. Un uomo che sa quello che vuole e che lotta per raggiungerlo: 

Il mio è certamente un mestiere ingombrante e che non ci fa amare dall’opinione generale, ma qualcuno deve pur occuparsene e non ne ho mai fatto una questione personale, fino a quel giorno. (pag. 26) 

Clovis, beh, questo è veramente un personaggio carino e brutto, allo stesso tempo, un po’ pazzo, accomodante, che prende la vita come viene, si può descrivere come un ragazzone. 

Si è liberato del casco e delle lenti scure; mostra quel paio di occhi stretti, severi e dalle iridi color azzurro opaco che ho sondato nel pub; la chioma rada e ingrigita invece è buttata all’indietro in maniera disordinata. (pag. 40) 

Ed è tra queste personaggi e altri che fanno da comparsa ai principali che si svolge questo pazzo romanzo di Elisa Mura, Tutto per la fama. 
Un romanzo scritto con umorismo, molto umorismo, tanto che ho ricordato, a volte, i romanzi di Woodhouse e Tom Sharpe, due scrittori inglesi famosi per i loro romanzi acidi, pieni di un umorismo e di personaggi pazzi ma molto umani. 
Potrei scrivere di più sull’argomento, su Clovis, Rufus e Cora, ma non voglio, e non lo faccio perché è un libro che deve essere letto. Il lettore deve scoprire da solo se ho ragione oppure se mi sono sbagliata di grosso. Ma ne sono certa di non essermi sbagliata. Le risate aspettano ogni volta che si gira una pagina e ogni situazione è più originale e pazza della precedente. 
Non vi pentireti di immergervi in questa lettura.

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