jueves, 19 de octubre de 2023

DIARIO DE UN PSICÓPATA de Stefano Vignaroli - Primeras páginas

Antes de entrar en casa, Eleonora, con el cigarrillo encendido en la boca, cogió la correspondencia del buzón. Era la primera hora de la tarde del 21 de diciembre de 2012, el aire era límpido, un gélido viento del noroeste había eliminado todas las nubes y el sol resplandecía aunque, a pesar de toda su fuerza de voluntad, no conseguía caldear la atmósfera como le hubiera gustado. ¿Alguien había dicho o escrito que ese día debía acabarse el mundo? Puf, Eleonora no parecía percibir en el ambiente extrañas señales de terremotos o inundaciones o de otras catástrofes naturales inminentes. Más bien era su corazón el que se había sumido en la oscuridad más absoluta desde hacía unos días, desde que su compañera Cecilia le había confesado que se había enamorado de un hombre y no quería saber nada más de ella. ¿Por qué? Se encontraban tan a gusto juntas, podían dar rienda suelta libremente a todos sus instintos sexuales y gozar plenamente del placer que cada una hacía sentir a la otra. Cecilia nunca sería feliz con un hombre como podría haberlo sido con ella. Definitivamente debía intentarlo otra vez para que su dulce compañera regresase con ella. Entró, puso en el suelo las bolsas de la compra, que había arramblado a la buena de Dios en el supermercado donde trabajaba como cajera, y apoyó las cartas sobre la mesa. Finalmente consiguió dar una calada al cigarrillo y apagarlo en el cenicero, justo a tiempo para evitar que un par de centímetros de ceniza cayesen al suelo reluciente. Entre todas las cartas, su mirada fue atraída por uno de aquellos sobres acolchados, de los que se usan para enviar Cds o libros pequeños, para evitar que el contenido se pueda dañar antes de ser entregado. No tenía remitente. Con el corazón que se le salía del pecho abrió el sobre, esperando que fuese un mensaje de Cecilia. En el interior sólo había una cartulina cuadrada con un extraño dibujo. Círculos y arcos de círculo trenzados y entrecruzados entre ellos simulando un extraño efecto óptico de figura en tres dimensiones. Los ojos de Eleonora miraron fijamente la imagen que, aparentemente, comenzó a girar, cada vez más rápidamente, como un molinete que quisiese atraer todo hacia su centro. La mujer perdió la noción de la realidad y empezó a ver algunas letras salir desde el centro de la figura, para dirigirse hacia su mente y quedar fijadas en un remoto ángulo de su cerebro como clavos incrustados en la pared a fuerza de martillazos. El conjunto de las letras, en un cierto momento, formó una frase: MATA Y MÁTATE. TU ARMA ES EL FUEGO. 
La imagen, poco a poco, dejó de dar vueltas y Eleonora volvió a ser consciente del ambiente que la rodeaba, pero no de sus acciones, que ahora eran dictadas por aquella frase impresa en su subconsciente. 
Cogió el teléfono móvil y llamó a Cecilia. 
Necesito hablarte. Tranquila, será la última vez, luego serás libre de marcharte con tu hombre. Dentro de dos horas delante de las instalaciones deportivas, te espero dentro de mi coche. 
Colgó sin darle tiempo a responder, sabía que la amiga se presentaría a la cita. Se preparó cuidadosamente, escogiendo ropa elegante e inundándose de desodorante. Puso atención en el arreglo del cabello y roció laca en abundancia para mantener el peinado. Se puso sus pendientes y sus piercing y, finalmente, dedicó tiempo a maquillarse: base, maquillaje, lápiz de labios. Finalmente se miró en el espejo juzgando el resultado más que satisfactorio. No pudo evitar, mientras miraba su imagen reflejada, llevar una mano al bajo viente, acariciar su monte de Venus y sentir un pequeño escalofrío. 
A partir de entonces supo exactamente lo que debía hacer. Antes de llegar al lugar de la cita se pasó por el estanco y compró un paquete de cigarrillos y algunas bombonas de gas para mecheros. La muerte llegaría enseguida después del último e intenso acto de placer.

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lunes, 2 de octubre de 2023

ODIO MEDITERRANEO di Marco de Luca - RECENSIONE

A volte un titolo è un ottimo riassunto di un libro; a volte non si capisci bene cosa voglia dire l’autore. Ciò non vuol dire che il titolo sia sbagliato bensì che è stato scelto con tanta cura che deve attirare l’attenzione del lettore affinché si impegni nella lettura del romanzo. 
Proprio questo è successo con Odio Mediterraneo di Marco De Luca. 
All’inizio, prima di cominciare la lettura, pensavo che fosse un libro pieno di scene crudeli, viscere ovunque e via dicendo. 
Non ne avevo la più pallida idea dell’argomento. 
Ho preso però il libro con curiosa perché il romanzo storico mi piace da morire, sia che abbia un mistero da scoprire o che racconti di battaglie, sia che racconti la vita di un personaggio, conosciuto o meno, e via dicendo. 
Così ho cominciato a leggere Odio Mediterraneo

Il libro ha come sfondo storico la Venezia del XVI secolo, per l’esattezza si svolge nell’anno 1568, tre anni prima della Battaglia di Lepanto. 
Detto questo, andiamo al dunque. 
Il protagonista della storia si chiama Maffeo Raffaelli; abita a Venezia e fa il mercante. Lui però non è nato a Venezia ma in Dalmazia, che all’epoca era sotto il dominio della Repubblica di Venezia. 
La storia descrive diversi tipi di “odio” che predominano nel Mediterraneo e non solo: il primo “odio mediterraneo” è la paura del diverso, di chi veneziano d’origine vede di cattivo occhio i forestieri, anche se questi sono arrivati quando avevano otto anni e adesso ne hanno più di cinquanta. 
Maffeo non è un rampollo di una casata nobile, è nato povero ed è riuscito a raggiungere la ricchezza con il suo lavoro di mercante. 
Questo determina il secondo “odio mediterraneo”: l’odio di chi crede di essere migliore degli altri giacché appartiene a famiglie antiche da secoli. 
Maffeo si sposa con una donna che appartiene a una di queste casate. 
Questo determinerà il terzo “odio mediterraneo”: quelli che credono che un uomo semplice non si debba mischiare con i nobili, che il sangue non va mischiato e che presto o tardi questo porterà alla rovina. 
Maffeo è un uomo che somiglia a quei cani che abbaiano ma non addentano mai. Può darsi che sgridi i suoi servi ma, più e mai più, metterebbe una mano addosso a loro. 
Questo è il quarto “odio mediterraneo”: quello che provano coloro che credono di essere al di sopra di tutti solo per nascita. 
Maffeo ha relazioni commerciali con tutti quanti abitano a Venezia, anche con gli ebrei del ghetto. 
Questo è ancora un “odio mediterraneo”: l’odio verso gli ebrei, chiusi nel Ghetto come pecore. Ma non solo. Anche verso i poveri che non hanno un altro posto dove possono abitare. 
Ma la storia continua e Maffeo, dopo una serie di sventure, perde tutto, diventando schiavo di un turco molto importante. 
Ecco il sesto “odio mediterraneo”: l’odio tra cristiani e musulmani, il seme forse della Battaglia di Lepanto. 
Purtroppo c’è un odio che non cambierà mai. Un odio che ancora possiamo sentire ogni giorno, veramente irragionevole, l’odio in maiuscolo: l’ODIO DI MASSA. E anche di questo parla Odio Mediterraneo di Marco de Luca. 
E poi, i personaggi, come sono i personaggi che popolano il libro di De Luca? Allo stesso ritmo che la storia si svolge e cresce fino ad arrivare al culmine del romanzo, così i personaggi di Marco de Luca crescono e vanno avanti nello svolgimento della loro personalità. Ognuno appare per quello che è, fragile a forte, senza maschere o trucchi. Sia Maffeo che Sofia (sua moglie), Maria (la loro servetta) oppure Bembo (il patrizio nemico di Maffeo) si rendono conto che le cose non sembrano quello che sono in realtà. 
Qualcosa sta cambiando, sia nella società del XVI secolo sia nelle persone che vivono in questa epoca, niente può rimanere fermo molto tempo e così deve essere. 
Lo stile dell’autore è semplice ma elegante; inserire ogni tanto parole in veneziano, anche in bocca dei patrizi, o in spagnolo, quando Maffeo visita un ebreo originario della Spagna, rende veritieri i personaggi. 
Come finire con questa recensione? 
Con uno dei paragrafi che mi è piaciuto di più, quando Maffeo ritorna a Venezia: 

Com’era bella la sua città. Nulla sembrava cambiato. Era lì tra le due colonne, che si svolgevano le migliori acrobazie durante il Carnevale, che il popolo assisteva all’amministrazione della giustizia, e che attraccavano i vascelli carichi di merci e denari. Era lì che sarebbe dovuto sbarcare, rientrato dalla spedizione

Tutto l’amore del protagonista per la sua città si esprime in maniera concisa in questo paragrafo che, letto ad alta voce, ha una musicalità speciale e riesce a far vedere al lettore scene tipiche in Piazza San Marco e anche a sentire la meraviglia che lo stesso Maffeo sente e che trasmette a chi legge il libro in maniera egregia. 
Odio Mediterraneo è un libro che si legge con curiosità, con molto piacere, in maniera scorrevole, che trasmette con sentimenti e piccole descrizioni, per niente prolisse, un’epoca così convulsa. Maffeo, anche un po’ rozzo, è un personaggio che sembra simpatico al lettore da subito. Si intuisce che non è un uomo cattivo, se lo sembra è dovuto all’epoca in cui vive e la città in cui abita. È un uomo del suo tempo, un uomo che deve indossare una maschera, altrimenti i lupi lo mangeranno, e, certamente, i lupi cercheranno di farlo. 
Ma quelli come Maffeo sono superstiti, mai vittime, e alla fine, ce la faranno nonostante tutto e tutti.

ECLISSI PERPETUA di Jessica Marchione - RECENSIONE

 
Il libro Eclissi Perpetua di Jessica Marchione è un romanzo fantasy. Sono sicura che se qualcuno legge questa prima frase non vorrà leggere un’altra cosa, eccetto le persone che godono con queste tipo di romanzi. Ma questo è un grande errore. Perché? Si dice che i romanzi fantasy sono stati scritti da persone che hanno un’immaginazione infantile per un’altra che hanno lo stesso tipo di mente. Quali sono le ragioni per pensare così? Vediamo:
― La lotta tra il Bene e il Male
― L’esistenza di personaggi bianchi oppure personaggi neri.
― L’uso di questi colori per simbolizzare questa lotta.
― Una trama, a volte, senza sbalzi nel tempo, lineare.
― Il finale scontato in cui il Bene prende il sopravento sul Male.
È vero. Queste sono le linee fondamentali del romanzo fantasy. Ma anche del romanzo noir, dei gialli, delle nouvelle, dei classici. Anallizzate bene quei libri che leggete, ho ragione. Può darsi che in alcuni libri ci siano dei personaggi grigi, che non appartengono al Bene totalmente ma neanche al Male. Ma questo si può vedere anche nei romanzi fantasy. Questo tipo di personaggi nel romanzo di Jessica Marchione vengono rappresentate, appunto, per le Ombre. Il suo colore è il grigio e non appartengono totalmente al mondo oscuro ma neanche al mondo della luce. Persone che sono diventate cattivi per forza ma che, comunque, hanno un anima che vuole ribellarsi, non fare del male, ma non ci riescono.
Scrivere un romanzo fantasy non è roba facile. Si deve immaginare un mondo da capo. Voglio dire:
― un mondo fisico dove si svolge l’azione: un pianeta, una nazione, la fauna e la flora;
― dei personaggi che siano credibile ma, allo stesso tempo, originali.
― le caratteristiche fisiche di questi personaggi.
― le relazioni tra loro.
La differenza principale tra un romanzo fantasy e gli altri tipi di romanzi è che nel fantasy si deve creare tutto da capo. È chiaro che la nostra cultura greco latina ci ha fornito delle leggende e miti che sono la base di qualsiasi romanzo fantasy. Ad esempio, il nome di Hyobe, pronunciato ad alta voce, non vi sembra molto simile a quello di Giove? Ma questo non vuole dire che il libro di Jessica Marchione non sia originale nel senso di dare una svolta ai miti da tutti conosciuti. Vuol dire che la tradizione ci ha fornito degli esempi che ha potuto usare per svolgere il suo libro e cercare di dare, allo stesso tempo, il punto di originalità che si cerca in qualsiasi libro di fantasy.
Ed è riuscita a farlo. Perché nel romanzo fantasy quello che importa non è se il Bene prenderà il sopravento sul Male, questo è scontato, bensì come lo farà, le trame secondarie.
Nessuno pensa che Tolkien abbia scritto un romanzo fantasy banale, tutti quanti adorano Tolkien, la storia dell’anello, Gondor, gli elfi e via dicendo. Ma, l’argomento è sempre lo stesso, sia Tolkien, il mito di Ulisse o di Dracula: la lotta tra il Bene e il Male. Punto.
In Eclissi Perpetua ci sono tutti gli elementi affinché gli amanti del fantasy, ma anche di quelli che non l’amano, possano godere per ore di piacente lettura. Perché ci sono fate, magia nera, magia bianca, eroi, draghi e unicorni. Personaggi conosciuti per tutti che ci mostreranno una maniera diversa di capire non solo il mondo creato da Jessica Marchione ma anche il nostro mondo, quello dove abitiamo. Perché nel fantasy c’è anche una lezione di vita ed è questo che si deve capire. Bravo Jessica!