martes, 13 de septiembre de 2022

DIARIO DI UNO PSICOPATICO di Stefano Vignaroli - RECENSIONE

 
Di Stefano Vignaroli ne ho letto, e anche tradotto, i due libri precedenti del Commissario Caterina Ruggeri (Una tranquilla cittadina di provincia, Delitti esoterici) e sono diventata una vera tifosa di questa donna testarda, intelligente che, cosciente o meno, si tuffa nel suo lavoro come un gabbiano nel mare in cerca della sua preda, senza pensarci troppo. 
Aurora, la figlia di Stefano y Caterina, è cresciuta, capisce molte cose del mondo degli adulti e ha cominciato a cantare con l’aiuto del suo progenitore – veterinario -cantante di una jazz band. Come al solito, la tranquilla vita della famiglia si vede interrotta per i crimini misteriosi con qualche pennellate di misterio – esoterismo. A Stefano Vignaroli piace introdurre leggende e superstizioni della sua regione, Le Marche, nei suoi libri, e lo fa in maniera egregia. 
Sempre di fondo la figura di Federico II di Svevia e la sua storia, monarca del medioevo che ho scoperto grazie ai romanzi di Vignaroli, e le leggende che lo riguardano. In questo caso la storia della pietra bianca e la pietra nera che si attirano a vicenda, il Fine del Mondo, un’altra volta il Colle del Gioggo e il campo dei gigli, pieni di fantasia e magia. 
La storia comincia con la morte di una donna all’interno di una macchina che era insieme a una sua amica. Quest’ultima sopravvive ma non è affatto bene. Quello che all’inizio sembrava un normale incidenti diventa un assassinio premeditado: sembra che una mente afflitta da qualche malattia mentale è all’indietro di questo efferato crimine. 
Di seguito una donna tunisina e il suo fidanzato, e altri personaggi legati tra loro subiscono la stessa sorte. Caterina non saprá cosa fare e cosa pensare. Ogni volta che succede una di queste morte un piccolo libro con le copertine colorate in maniera diversa, appaiono accanto alle vittime.
A un certo punto questi crimini si incrociano con la storia familiare di Caterina, della morte del suo padre e la partita della casa familiare della stessa Caterina cercando di fare carriera nella Polizia, lasciando ai suoi due fratellini alla sua sorte, senza rimorsi.
Nel Diario di uno psicopatico ci sono tutti gli elementi che fanno della scrittura di Vignaroli uno stile unico, scorrevole, che sconvolge al lettore a tal punto che entra un dubbio: deve cominciare a leggere piano piano per godere della lettura oppure in fretta per arrivare al finale, sempre sorprendente, di uno dei suoi libri? Compete al lettore scegliere, io direi che ogni capitolo del libro ha il suo proprio ritmo, a volte rapido, a volte lento, e che chi lo sta leggendo deve adattarsi al ritmo che impone il romanzo. 
Nel Diario di uno psicopatico ci sono tutti gli elementi che fanno della scrittura di Vignaroli uno stile unico, scorrevole, che sconvolge al lettore a tal punto che entra un dubbio: deve cominciare a leggere piano piano per godere della lettura oppure in fretta per arrivare al finale, sempre sorprendente, di uno dei suoi libri? Compete al lettore scegliere, io direi che ogni capitolo del libro ha il suo proprio ritmo, a volte rapido, a volte lento, e che chi lo sta leggendo deve adattarsi al ritmo che impone il romanzo.