Negli
ultimi anni si sono scritti un sacco di libri con donne come
protagoniste. Donne forti e intraprendenti che non vogliono essere al
di sotto di nessuno. Donne che vogliono la riconoscenza delle loro
anime, dei loro sentimenti. Ogni donna è diversa ed è il risultato
della vita che ha vissuto. Ciò che spesso le accomuna è un forte
senso di ribellione.
Una ribellione che quasi sempre porta al
cambiamento in ogni parte del mondo. Qualunque sia il posto di
provenienza delle donne o qualunque sia la razza, la lotta è la
stessa: essere libere e non avere padroni.
La ribellione non è qualcosa che si presenta subito, la
ribellione è nell’animo delle donne fin da piccole, tutte
desiderano la libertà, la stessa che hanno già gli uomini ma che a
loro molte volte viene negata.
La storia scritta da Cinzia Passaro non è soltanto la storia di
Elena, la madre di Libera, che sbaglia a sposare don Vito, credendolo
diverso e scoprendo la sua vera natura già subito dopo il
matrimonio. Neanche la storia di sua figlia Libera, costretta a
sposare un uomo, Luigi, che non ama, che come suo padre è violento
e crudele.
Neanche la storia di amore vero tra Libera e Enea.
È la storia dell’Italia e dei paesi nel resto del mondo del
secolo scorso.
Qualcosa sta per cambiare, nel dopoguerra le donne cominciano ad
aprire le loro menti ad altri modi di pensare e di sentire. È il
cambiamento si fa possibile.
Tutti quanti argomenti importanti che riguardano le donne Cinzia
Passaro li metti nel suo libro:
- la violenza all’interno del matrimonio (il rapporto tra Elena
e don Vito)
- la violenza fisica e anche psichica (il rapporto tra Libera e
Luigi)
- l’infanticidio per onore (la storia di Anna)
- l’ ipocrisia degli uomini, anche di quelli che dovevano avere
una forte morale, ma non è così.
- l’adulterio si vede da due punti di vista diversi, il delitto
d’onore e il divorzio
- il femminismo
- le prime donne che si mettono a lavorare con donne maltrattate
- l’immigrazione.
Tutti questi argomenti appaiono nel libro Libera: il cielo
fatto di mare e di lampare. Ma non solo, ci sono altri argomenti
trattati: l’Italia del fascismo, l’ipocrisia politica, i
partigiani, il dopoguerra con le sue vendette, i politici cambia
pelle…
E poi gli usi di un altro tempo come la vendemmia, la tonnara, i
balli degli anni sessanta a casa, la gioventù che si ribella, il
movimento studentesco, la legge sull’aborto e, quindi come le donne
dovevano farlo in maniera clandestina e tanti, tanti argomenti
importanti per lo sviluppo di un paese che voleva la libertà di
agire.
E poi c’è anche il Covid. Il romanzo comincia con Maria Libera
che è già anziana, non può uscire da casa e vive con una donna del
Senegal. Il lavoro d’introspezione che fa Libera porta a ricordare
tutta la sua vita, inizia e finisce con il mondo ostaggio del Covid,
e con un grido di speranza.
Il romanzo di Cinzia Passaro è un testo potente, convincente nei
suoi argomenti, facile da leggere per il tipo di linguaggio che
utilizza, ma si deve fare con la dovuta calma affinché il cervello
del lettore prenda l’abitudine di trovarsi quasi con un argomento
diverso in ogni capitolo.
Per me il libro di Cinzia Passaro e la sua protagonista, Maria
Libera, ha un doppio valore: da una parte, fare ricordare alle donne
nella maturità come è cambiato l’atteggiamento verso le donne nel
tempo; da un’altra parte, può servire alle giovani donne del XXI
secoli ad imparare che la lotta non è finita, che la donna non è al
di sotto dell’uomo o di chiunque pensi di avere il diritto di
umiliare, picchiare e altri atteggiamenti che vogliono la donna
sottomessa.
Perché è così importante questo libro e tutti i libri che
parlano dei problemi delle donne del passato? Dal mio punto di vista:
perché sembra che da qualche anno tutta la lotta delle donne degli
anni sessanta, settanta e via dicendo, stiano andando a catafascio. E
non si può permettere, si devono far leggere alle ragazzine questi
libri perché in questo modo potranno capire e potranno lottare anche
loro affinché, le condizioni delle donne, ovunque possano
migliorare.
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