Fare una recensione non è mai facile. Neanche scrivere una su questo
libro di Giuseppe Vivona. Ammetto che mi piacciono i libri da 200
pagine in su. Sarà perché io non riesco di solito a scrivere un
libro di meno 200 pagine? Forse. Esprimersi senza utilizzare
descrizioni puntigliose, senza fare una descrizione dei personaggi
con ogni particolare, non è affatto facile. Ma Giuseppe ci riesce. Dal
primo momento in cui ho cominciato con la lettura di Anime Immode
ho cominciato a ridere. Vuoi dire questo che il libro di Giuseppe è
un romanzo comico, allo stile di quelli di Woodehouse? No,
assolutamente. Ma io ho riso un sacco con il personaggio di Alessio
dal primo istante in cui ho conosciuto il suo mestiere: informatore
scientifico.
Da
allora in poi è stata una vera pazzia, un susseguirsi di parole,
parolacce e cambio di atteggiamento di un uomo che ha perso la
pazienza. Ho ricordato quel film con Michael Douglas. Questa è stata
la prima immagine che mi è venuta in mente.
Mentre
leggevo mi ho chiesto la ragione del titolo del libro. Ammetto di
aver letto la quarta di copertina ed ero curiosa di arrivare al
momento in cui i demoni appaiono nel romanzo. Quello che ho
visualizzato sono stati piccoli nanni brutti, anzi, bruttissimi. Giuseppe
Vivona ha scritto un libro tra l’orrore, la quarta dimensione, i
multi universi, e le sette sataniche. E l’ha fatto in maniera
egregia, la colpa è soltanto mia se non sono riuscita a sentire
questa paura che doveva trasmettere e che, sicuramente, è riuscito a
farlo con altre persone che hanno letto il suo libro. Di fatto, ci
sono tutti gli ingredienti di un bel romanzo d’orrore, di terrore.
Sono io che ho fallito. Ma non ti preoccupare, Giuseppe Vivona, il
tuo romanzo ne vale la pena.
Il
personaggio di Noemi/Elena, il più complesso dei tre protagoniste di
Anime Immonde, è quello della femme fatale dei vecchi
film in bianco e nero. Tutto il romanzo mi rimanda vecchi film già
visti, ma questo non vuol dire che la maniera in cui Giuseppe Vivona
scrive il libro sia banale, vuoi dire che ogni scrittore, e anche
ogni lettore, ha le sue scelte, prodotte dalla sua educazione, a cui
non puoi fare a meno.
Succede
anche con il personaggio del commissario Marrone, una specie di
Marlowe all’italiana.
E
non dico più. Il libro mi è piaciuto, la maniera di scrivere di
Giuseppe Vivona è scorrevole, il vocabolario si capisce benissimo
anche per una persona come me che non sono madrelingua italiana. I
legami che ci sono tra personaggi appaiono realistiche e l’argomento,
man mano che si sviluppa, cattura al lettore che si mette in ansia
cercando di sapere come finisce il libro. Complimenti Giuseppe
Vivona!
Su Amazon
No hay comentarios:
Publicar un comentario
Podedes deixar aqui os vosos comentarios, ideas e suxerencias.
Podéis dejar aquí vuestros comentarios, ideas o sugerencias.
Spazio per scrivere le vostre osservazioni e idee.